Atto I LOCKDOWN - Scena 1: LA PAURA
L'incipit dell'opera teatrale “Incoronata” è un attacco di panico. L'ultimo verso ne racchiude il senso: “Sono la Morte, la paura tua più grande.”
Dopo circa un mese di lockdown,
il 1° maggio 2020, la protagonista ha appena guardato il film “Contagion”,
andato per davvero in onda in quella data su Canale 5, e il terrore che un
essere micidiale e invisibile possa annientarla da un momento all'altro, dopo
atroci sofferenze, l’assale travolgendola.
Incoronata è una donna razionale,
integrata nel sistema, indipendente, single e creativa. Il COVID-19 la mette
per la prima volta di fronte al pensiero della morte. Nella solitudine forzata
le finestre sul mondo le mostrano soltanto orrore e la trama di “Contagion”,
uscito nelle sale nel 2011, ha delle impressionanti analogie con la realtà. Il
virus “MEV-1” del film viene dai pipistrelli e dalla Cina, comporta un lockdown,
dei complotti e un vaccino; il motto è: “Non parlare con nessuno. Non toccare
nessuno”.
Sulla profezia dei contenuti
multimediali visti da milioni di persone riporto alla lettura di Filmatrix di Virginio
De Maio. Qui, a teatro, quello che succede è guardare negli occhi la propria
paura di morire.
Incoronata trasforma la Statua
della Libertà nel volto del suo sgomento mentre si chiede: “è peggio la
morte o la paura?”; il senso di nausea misto terrore, il “potrei svenire
o svanire”, catturano l'attimo in cui Incoronata perde ogni identità. Come
nella notte buia dell'anima ci si lascia cadere nell'abisso, attraversando il
panico dell'inconoscibile, la soglia degli inferi. Solo il respiro rimane
fedele alla presenza di sé, riporta Incoronata a riconoscersi nel “gelo che
scuote lo scheletro” e riascoltare un cuore esausto che batte ancora
di vita.
Da dove viene quella vita? Quale domanda può scatenare il
processo verso la risposta? “Chi sono?” Io, chi sono? Il corpo caduco e
temporaneo ha più risposte di quanto la mente possa immaginare, memorie
cellulari e salti quantici sapranno riportare Incoronata a capire cos'è la vita
e perché temiamo la morte?
È il processo che abbiamo tutti attraversato, a partire da
quella primavera 2020, e Incoronata gli dà voce, con un urlo di panico e, come
il Dio Pan, spalancherà le porte dell'oscurità selvaggia che stiamo ancora
attraversando come umanità in evoluzione permanente, oltre la vita, oltre la
morte.
Paola Gandin
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